Editore: Piemme; Anno di pubblicazione: 2021; Pagine: 230; Prezzo di copertina: 16,90

Torino ai giorni nostri. Il Partito nazionale ha vinto le elezioni e con il suo braccio armato, la Necro, sta mettendo a tacere ogni opposizione e perseguitando ogni persona “diversa”. Giornali, radio e televisione sono sotto stretto controllo, gli impiegati statali devono giurare fedeltà al Partito, alcuni libri finiscono in un elenco come vietati e, il giorno dell’inaugurazione del Salone del Libro un falò riduce in cenere i libri proibiti. Chiunque abbia la pelle scura viene picchiato e per i rom si aprono i campi di concentramento sulla collina, moderno rifacimento di quelli nazisti.

Un gruppo di adolescenti, la Cricca, organizza la Resistenza. Al posto delle armi usa i computer e l’abilità di un hacker che entra nei siti governativi portando scompiglio e le etichette della Nutella servono per denunciare le nefandezze del Partito. Paolo, Marta, Sam, Flor, Alba e Miguelito non sono soli perché un alleato inaspettato, il vecchio Gunther, che la Resistenza l’aveva fatta settant’anni prima, fornisce loro i mezzi economici ma soprattutto aiuta i ragazzi a maturare verso lo stesso spirito ribelle e la voglia di libertà e giustizia che aveva animato Hans e Sophie Scholl e gli altri ragazzi della Rosa Bianca che si erano opposti al nazismo.

Il passato serve a leggere il presente  e a immaginare il futuro, riducendo il rischio di commettere gli stessi errori e imparando, invece, dalle buone pratiche sperimentate da chi ci ha preceduto – che si tratti di dieci, cento o mille anni fa.

L’incipit della postfazione di Fabio Geda porta dritta al cuore di un romanzo che con un percorso distopico trascina il lettore all’interno di una moderna dittatura senza risparmiare sul suo carico di ingiustizia e orrore e al contempo è capace di fargli vedere un’opportunità di riscatto attraverso le azioni di un gruppo di ragazzini che ha fatto propri gli stessi valori che avevano animato la Resistenza al nazifascismo.

Forse ci è difficile immaginare oggi cosa sia stato vivere sotto la dittatura: sempre meno sono quelli che hanno voglia di conoscere e documentarsi perché la Storia pare sia una materia un po’ noiosa e poi “cosa ce ne frega” di cosa hanno fatto i nostri nonni, senza contare che pochi  hanno avuto la mia grande fortuna che è stata quella di sentire raccontare quella Storia da chi l’ha vissuta in prima persona. Questo libro penso sia una buona occasione per provare a spostare quella Storia verso di noi e a provare a immaginare cosa succederebbe se dovessimo ripetere gli stessi errori dei nostri antenati a causa della nostra incapacità di fare tesoro delle buone pratiche che ci sono state lasciate in eredità. 

Il paese nero è un libro che non può lasciare indifferenti per la passione, l’intelligenza, l’originalità  che lo contraddistinguono, qualità esaltate dalla grande capacità narrativa dell’autore.

La lettura è assolutamente consigliata per i ragazzi perché non può che essere uno strumento di conoscenza del passato ma anche uno stimolo per riflettere sul presente e aiutare lo spirito critico rispetto ai sempre più numerosi tentativi di dare delle letture diverse del nostro recente passato.

 

UN PO' DI NOI

Siamo partiti con l'idea di segnalare libri che hanno un'ambientazione torinese attraverso recensioni, incontri e interviste con gli autori ma ci piace dare spazio a quegli autori che a Torino vivono e lavorano anche se i loro personaggi sono di Roma, di New York o di un luogo immaginario. Siccome non ci piace solo la narrativa, faremo qualche incursione dentro la Storia e le tante storie che hanno fatto la città.

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