Non conoscevo il maggiore dei Reali Carabinieri Aldo Morosini in servizio presso il comando dell’Arma con sede a Massaua, Eritrea, Africa Orientale. L’ho incontrato per la prima volta in questo libro e prometto fin da ora di leggere anche i precedenti, perché Morosini è un tipo tosto.

Convalescente in ospedale per un attacco di malaria, non si arrende al riposo forzato e, con l’aiuto del maresciallo Barbagallo e dello scium-basci Tesfaghì, indaga sullo strano caso di un morto impiccato trovato qualche giorno prima in una casa isolata sulla spiaggia. Morosini non crede al suicidio: ci sono alcuni particolari che non tornano e poi l’ascaro mutilato reduce di Adua – servitore del defunto – non ha detto tutto…  Ma Morosini è coinvolto anche in una piccola indagine che riguarda l’ospedale in cui è ricoverato dal quale scompaiono stranamente alcuni farmaci; i suoi sospetti si concentrano sull’amorevole suor Gianna che si sta prendendo cura di lui.

Morosini nella sperduta colonia africana è un uomo solo. Ha dei rimpianti per i sogni fatti da bambino leggendo i romanzi di Salgari e rimasti irrealizzati e sente la solitudine, la lontananza dalla famiglia e dalla madre patria ma anche la mancanza di un amore lontano che forse non rivedrà più. Il suo grande conforto sono le letture di Seneca che, al momento opportuno, lo aiutano a fare la scelta giusta senza rinunciare alla propria etica e senza contravvenire ai suoi doveri di uomo di legge. Nel corso delle indagini Morosini s’imbatte in un personaggio destinato a diventare il co-protagonista di questo romanzo, il francese Henry De Monfreid che, invece, è un uomo libero e senza responsabilità ma soprattutto è stato capace di saziare appieno il suo spirito d’avventura e di dare un senso alla sua vita.

Due persone profondamente diverse, insieme sono una coppia imbattibile: immergendosi nella vita passata e negli inconfessabili segreti del morto non solo risolvono l’enigma di quella misteriosa morte ma portano a termine ciò che l’impiccato non era riuscito a fare salvando la vita della piccola Amira.

La Storia in questo romanzo ha un posto da protagonista perché questo è a tutti gli effetti un romanzo storico, seppure dai contorni noir. Il sogno coloniale italiano è la cornice nella quale si muovono Morosini e gli altri personaggi sapientemente confezionata con l’ausilio del Corriere Eritreo, con le memorie di Ferdinando Martini e con un’accurata ricostruzione di fatti, luoghi e personaggi tra i quali c’è spazio per il fratello fascista di Antonio Gramsci e per il poeta francese Arthur Rimbaud.

Tra ambe infuocate, tramonti mozzafiato, paesi multietnici del Corno d’Africa, aromi di spezie, caffè e the con tanto di mercanti, contrabbandieri, pescatori, avventurieri ma anche profittatori e sfruttatori perversi che mostrano il volto più truce del colonialismo, Ballario fa immergere il lettore in atmosfere che, a volte, hanno il sapore delle avventure salgariane che tanto hanno appassionato Morosini da bambino.

 

 

 

 

Casa Editrice: Edizioni del Capricorno

Anno di pubblicazione: 2018

Pagine: 251

Prezzo di copertina: Euro 16,00

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Siamo partiti con l'idea di segnalare libri che hanno un'ambientazione torinese attraverso recensioni, incontri e interviste con gli autori ma ci piace dare spazio a quegli autori che a Torino vivono e lavorano anche se i loro personaggi sono di Roma, di New York o di un luogo immaginario. Siccome non ci piace solo la narrativa, faremo qualche incursione dentro la Storia e le tante storie che hanno fatto la città.

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