Parla di tante cose Gaia in questo bellissimo libro.

Il disagio economico e culturale di una casa popolare, la difficile strada dell’apprendimento adolescenziale, le controversie del rapporto madre-figlia, l’amicizia, il disturbo psichico e la solitudine che questo comporta incontrano Costanza, un’adolescente di famiglia borghese che vuole diventare fisica teorica e intanto segue la madre in una casa popolare per un progetto di volontariato.

Come dice Costanza, la madre “non riesce a stare, se non fa del bene” ma nel suo voler fare del bene a tutti i costi si nasconde il lutto per la perdita di un figlio neonato, l’incapacità di riuscire a instaurare un vero rapporto affettivo con la figlia, ma soprattutto l’incapacità di comprendere che prima di aiutare gli altri bisogna aiutare sé stessi, altrimenti si finisce a creare problemi invece di risolverli.

Per Costanza sua madre è semplicemente

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la Acculturatrice, l’Ovulo Maggiore, la Mantenitrice, la Grande Aiutatrice,  tante espressioni per segnare la distanza affettiva e comunicativa tra le due indice di un rapporto basato più sull’apparenza che sul sentimento.

Costanza convive con quella “scimmiaccia dispettosa, che da quando sono piccola mi dà il tormento. Mi dice che sono cattiva” a cui si aggiungono, a seconda delle circostanze, altri interlocutori che disturbano e condizionano il suo pensiero di ragazza cresciuta in una famiglia della Torino “bene” che si trova a dover fare i conti con la realtà di “persone disgraziate” con cui entra in contatto.

Nella casa popolare Costanza fa amicizia con Maria Jennifer, che chiama affettuosamente Hubble, un’adolescente cresciuta senza alcun riferimento affettivo – padre assente e madre profondamente segnata da disturbi psichici  –  con la capacità di riuscire “a far esplodere le cose di tutta l’elettricità che hanno dentro”: proprio come il telescopio satellitare di cui porta il nome, Hubble riesce a vedere le cose da una prospettiva che altri non vedono e diventa per Costanza l’ancora salvifica alla quale dispensare affetto e dalla quale farsi guidare verso la vita che c’è al di fuori di tutte le convenzioni e le strutture mentali con le quali aveva vissuto fino ad allora.

Mi chiedevo se la vita vera non fosse quella se c’ero entrata andando ad abitare alle case popolari, una vita mia non ce l’ho, e allora avevo bisogno della sua

Sandra, la madre di Hubble, – che veste in maniera eccentrica, gira con due cani malandati in un sacchetto, mostra odio nei confronti di tutti e aggredisce la madre di Costanza con un piccione surgelato non appena questa cerca di aiutarla –  è un personaggio chiave di questo libro:  attraverso di lei non solo Gaia ci fa percepire la solitudine e il disagio delle persone che hanno disturbi psichici ma ci aiuta a capire cosa capita quando vogliamo fare del bene a tutti i costi senza prima domandarci cosa vogliono gli altri da noi e, soprattutto, se veramente vogliono essere aiutati.

Tutti i personaggi che abitano la casa popolare sono a modo loro squinternati e vivono in perenne conflitto sia con loro stessi sia con gli altri come il vecchio che scrive lettere a Susanna Camusso, Salvatore l’ex trafficane di cocaina, Roberto che vive nelle cantine e a scompigliare ancora di più le loro vite arriva una morte misteriosa.

Scritto in prima persona con una scrittura pungente e raffinata che sa arrivare al dunque senza giri di parole, è un libro capace di far fare al lettore un tuffo dentro la sofferenza per poi guidarlo attraverso un processo di guarigione che svela la magia della vita.

Sullo sfondo, una Torino grigia e austera.

Torino vista dalla collina sembrava impastata dentro a un banco di nuvole basse, invece era smog, ma a poco a poco che ci entravi quello sporco sembrava il cielo normale perché smettevi di vederlo, rimaneva solo una sensazione strana, tipo “Oggi c’è il sole, ma non sembra ci sia veramente il sole”, che è quello che tutti provano quando a Torino fa bello, anche se non lo dicono

 

 

 

 

 

 

Casa Editrice: Einaudi

Anno di pubblicazione: 2018

Pagine: 328

Prezzo di copertina:18,50

 

 

UN PO' DI NOI

Siamo partiti con l'idea di segnalare libri che hanno un'ambientazione torinese attraverso recensioni, incontri e interviste con gli autori ma ci piace dare spazio a quegli autori che a Torino vivono e lavorano anche se i loro personaggi sono di Roma, di New York o di un luogo immaginario. Siccome non ci piace solo la narrativa, faremo qualche incursione dentro la Storia e le tante storie che hanno fatto la città.

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