Avevamo lasciato l’avvocato Speranza al termine di un’udienza che pareva avesse decretato la sua fine, subissato dai debiti di una causa civile intentata da un ex – cliente.

Ora è tornato ed è alle prese con la sua banca che molto sbrigativamente gli dice, per voce del giovane rampante vice-direttore, che non potrà più avere un conto in banca a causa dei continui sconfinamenti di conto, persino oltre il fido. Ma questa volta è l’avvocato Arturo Speranza che si decide a fare causa. E non una causa qualunque, ma una causa alla sua banca. Perché si sa, le banche rubano.

E’ un tema decisamente caldo quello toccato da Enrico. Lo strapotere delle banche dinanzi al consumatore costretto ad accettare condizioni inique e penalizzanti ma anche l’arrivismo e la mancanza di scrupoli dei loro avvocati e, a volte, la compiacenza di alcuni magistrati (qualcuno illuminato che scrive quella sentenza che poi diventa un precedente a favore del cliente c’è) e la protervia del legislatore, accondiscendente con i poteri forti.

Enrico riesce a trattare argomenti che a prima vista possono sembrare poco interessanti o noiosi con quelle doti che gli sono proprie: la pacatezza, il garbo e l’ironia. E il risultato è un’immagine nitida e potente che a me si è manifestata all’ultima riga: perfezione, perché se la perfezione ha un’immagine è tra le pagine di questo libro. Una scrittura lineare e semplice eppure estremamente efficace, dei personaggi profondi e perfettamente in armonia con il contesto e una trama costruita con la semplicità di una partita di calcio tra ragazzini o l’immobilità di lunghe ore di pesca sul fiume eppure accattivante. Fin dalle prime pagine il lettore non può non percepire quel patto di fiducia che un buon libro instaura tra autore e lettore e si farà condurre serenamente per mano anche quando si sconfina nel diritto civile e nel diritto bancario e ci sono di mezzo anatocismo e interessi usurari.

Potrei spendere qualche parola sugli altri personaggi principali, Franco Gianoglio, ex funzionario di banca che usa le sue conoscenze del settore e della materia per fare perizie a favore dei clienti che vogliono intentare causa alla banca, Vito Santamaria, direttore generale senza scrupoli, Angelo Farinetti direttore della filiale non proprio in linea con i canoni che sono richiesti per un ruolo del genere, Maria, l’impiegata di filiale, senz’altra ambizione che ottenere un trasferimento vicino a casa, ma preferisco che li scopra il lettore con lo stesso gusto con cui l’ho fatto io.

L’unica cosa che manca è la dedica di Enrico: spero vivamente che lui sia contento di queste poche righe.

 

Ringrazio Enrico per esserci stato, per aver incrociato la mia vita, per aver parlato con me e per avermi fatto conoscere il suo grande talento. Ci mancherà l’avvocato Arturo Speranza. 

Casa Editrice: Chiarelettere

Anno di pubblicazione: 2020

Pagine: 186

Prezzo di copertina: 16,00

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Siamo partiti con l'idea di segnalare libri che hanno un'ambientazione torinese attraverso recensioni, incontri e interviste con gli autori ma ci piace dare spazio a quegli autori che a Torino vivono e lavorano anche se i loro personaggi sono di Roma, di New York o di un luogo immaginario. Siccome non ci piace solo la narrativa, faremo qualche incursione dentro la Storia e le tante storie che hanno fatto la città.

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