Paola si è resa disponibile a rispondere ad alcune curiosità sul suo libro, arrivato tra i finalisti al premio Strega 2019.
Da dove nasce la necessità di esplorare l’altra metà di noi?
R. Più che la necessità, ho sentito la curiosità di esplorare l’altra metà di noi, quella che di solito non mettiamo sui social ma che è lì, presente in ognuno di noi, a raccontare la nostra complessità. Ci sono cose che non raccontiamo per preservarle dagli sguardi degli altri, e altre che abbiamo paura di rivelare per paura del giudizio. Siamo molto di più della somma dei nostri post e dove ci sono le nostre debolezze, di solito si annidano anche le storie più belle.
Perché hai scelto Barriera di Milano e l’hai messa a confronto con altri quartieri come il centro e la precollina?
Matilde abita a Barriera e lavora in centro. Non volevo contrapporre le diverse parti di Torino, bensì collegarle tramite la figura di Matilde e la sua abitudine quotidiana di viaggiare sui mezzi pubblici, metafora di connessioni umane e fisiche. Tra tutte le periferie di Torino ho scelto Barriera per la sua vivacità e la sua storia migratoria: ex quartiere a prevalenza pugliese, oggi è un paesaggio multietnico che, accanto alle problematicità, investe molto sulla costruzione e ricostruzione del senso di comunità.
“Dovremmo vivere in base alle intenzioni e non in base al tempo” in questa enunciazione colgo il senso di tutto il libro perché a me pare che un po’ tutti i personaggi di cui parli vivano sospesi tra desiderio e incompiutezza. E’ così?
Matilde prova a superare il concetto di tempo e l’idea di vecchiaia come perdita. Siamo sospesi tra desiderio e incompiutezza, è vero, però Matilde si aggrappa tenacemente al presente per recuperare il suo ruolo di donna al di là delle etichette di madre, nonna e lavoratrice. Infatti ci dice che “si indossano gli abiti e gli anni, si indossano in particolare i pensieri giusti, quelli che aiutano a stare dentro l’esistenza nel momento esatto in cui si presenta”. Per me che le ho dato voce, questo resta l’insegnamento più grande.