Pochi sanno che a metà degli anni ’90 ai Murazzi, quando ancora esistevano i Murazzi, scoppiò una guerra. “Per conoscere un luogo bisogna conoscerne i fantasmi” e allora bisogna dire che c’erano  i nordafricani, gli spacciatori, il fumo dei barbecue abusivi, le risse e le volanti della polizia. E poi c’erano gli hooligans che avevano la meglio sui nordafricani e poi sono arrivati gli albanesi che hanno sfidato i nordafricani e i nordafricani che sono entrati in guerra con i frequentatori dei Muri. E poi ci è scappato il morto. Manu, di giorno studentessa di Lettere, di notte barista in un locale dei Muri, se le ricorda bene quelle storie perché le ha vissute mentre consumava l’illusione di un amore di breve durata finito quasi come fosse un presagio della fine della stagione dei Muri.

In questo libro ci sono quattro racconti diversi: nel primo Manu ricorda gli anni ‘90  ai Murazzi,  nel secondo siamo nell’estate del 1994, e due amici accompagnano a Cuba un terzo che ha avuto incarico dal padre di capire se conviene investire a Varadero.  Accompagnati da una guida locale passano attraverso le contraddizioni di un paese povero ma non alla fame, dove non c’è disoccupazione ma nessuno lavora, dove un  neurochirurgo guadagna meno di un cuoco, dove la gente grida in piazza “Viva Fidel” ma poi scappa sulle zattere di fortuna verso Miami.

Nel terzo racconto due rappresentanti di una casa di prodotti per parrucchieri sono al Lido di Venezia durante i mondiali di calcio del 2006 alle prese con uno  stravagante parrucchiere anglo-giapponese e nell’ultimo un giovane trentenne ritrova sé stesso facendo il guardiano in un allevamento di cani coinvolto nel giro dei combattimenti e delle scommesse clandestine.

La voce narrante è sempre la prima persona che, con il suo punto di vista, prende per mano il lettore e lo conduce a fondo nei sentimenti che, con una grande maestria narrativa Remmert, ci fa quasi toccare.

La voce di Manu è però la più interessante perché rende unico lo stile del racconto che da il titolo alla raccolta, distinguendolo nettamente dal registro narrativo degli altri. Manu è spontanea accattivante, frizzante, a volte ironica e i suoi ricordi fluiscono con lo stesso ritmo del “fiume che non ha mia smesso di scorrere”.

Mi sono chiesta: cosa lega queste quattro storie così diverse tra loro?

A me è venuta in mente l’illusione, quella di Manu nell’amore per Florian, quella di Cuba dove tutto sembra ridursi a sole, mare, sesso, notti sfrenate e Havana Club ma poi c’è la rivolta dei Balseros e la vita con i suoi strappi e le sue ferite. L’illusione che si consuma in una notte dietro  uno spettacolo che sa di gioco di prestigio e l’illusione di aver superato le nostre paure, di essere rinati ma invece sono sempre lì, in agguato, come quel cane feroce di cui non si è mai più saputo nulla.

Questo libro ci insegna che non bisogna mai smettere di guardare perché se smettiamo di guardare tutto cessa di esistere  e toccherà a qualcun altro registrare, ricordare, raccontare.

 

 

 

 

 

Casa Editrice: Marsilio

Anno di pubblicazione: 2017

Pagine: 203

Prezzo di copertina: 16,50

 

UN PO' DI NOI

Siamo partiti con l'idea di segnalare libri che hanno un'ambientazione torinese attraverso recensioni, incontri e interviste con gli autori ma ci piace dare spazio a quegli autori che a Torino vivono e lavorano anche se i loro personaggi sono di Roma, di New York o di un luogo immaginario. Siccome non ci piace solo la narrativa, faremo qualche incursione dentro la Storia e le tante storie che hanno fatto la città.

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